“I primi della classe” in tempo reale: Pendragon di Nicola Paoleschi

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È stata la sorpresa dell’edizione 2016 della 151 Miglia, un primo posto in tempo reale davanti a barche più grandi con a bordo velisti di fama internazionale. Stiamo parlando di Pendragon, il maxi yacht da 70’ progettato da Laurie Davidson e armato da Nicola Paoleschi, arrivato a Punta Ala con un vantaggio di poco superiore ai 2 minuti su My Song di Pier Luigi Loro Piana. Oltre ad essere uno dei primi della classe dell’ultima edizione, Paoleschi è anche uno degli armatori più affezionati alla 151 Miglia, vuoi per il sangue versiliese che scorre nelle sue vene vuoi per il fatto che gran parte del suo equipaggio ha origini toscane. Ecco cosa ci ha detto quando abbiamo provato a riavvolgere il nastro per tornare al 2 giugno dello scorso anno.

 

Rispetto alle altre edizioni alle quali ha partecipato, che regata è stata la 151 Miglia del 2016?
Sicuramente una regata emozionante, con un meteo molto instabile e previsioni che rendevano la navigazione e le scelte tattiche non semplici. Il livello sempre più alto dei partecipanti e il loro numero, con il nuovo record di iscritti, ha ormai reso questa regata un classico prestigioso dell’altura.

 

Dal punto di vista della tattica, qual è stata la mossa vincente che vi ha permesso di portare a casa il successo?
Credo che il passaggio più complicato di questa regata sia quello dell’Elba, isola che le barche più veloci approcciano di notte o all’alba; a quel punto è il momento di scegliere se passare sotto costa oppure rimanere distanti: la barca che indovina il passaggio può trarne grande vantaggio. Quest’anno siamo riusciti a rimanere sempre nel vento senza cadere nelle bonacce che si creano sotto costa e che si presentano spesso senza preavviso; a complicare le cose poi c’è anche la scarsa visibilità notturna, che limita molto la percezione della ventilazione mutevole che la barca può incontrare.

 

Ci racconta un momento critico e invece uno particolarmente esaltante della 151 Miglia edizione 2016?
Critico è stato il passaggio della Giraglia, dove abbiamo trovato un improvviso calo di vento e l’onda residua da ovest ha reso difficile il giro del faro. Più positivo invece essere passati veloci nella navigazione sotto l’Elba, come già accennato.

 

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Per un armatore che punta alla vittoria, quando comincia la preparazione della 151 Miglia?
Come tutte le regate la 151 Miglia inizia a terra, molto prima dello start in acqua: si comincia nei mesi precedenti, si decide quali vele aggiungere o modificare e come ottimizzare l’equipaggio, che alla fine è sempre il vero “motore” della barca.

 

Cosa significa, per un armatore, aggiudicarsi la 151 Miglia?
Per me e per i ragazzi a bordo la 151 Miglia è la regata dei nostri circoli, degli amici che ritroviamo dopo l’inverno, l’occasione per ripartire con una regata ma anche una navigazione in mezzo ad uno scenario bellissimo, legato a tanti ricordi. Isole e passaggi lungo la costa che spesso percorriamo anche in crociera, ma che in quel momento appaiono così diversi e ricchi di nuove sensazioni. Sicuramente per me è la regata più bella della stagione e quindi è stata una grande gioia riuscire a regatare bene .

 

Prenderete parte alla prossima edizione? Se sì, che obiettivo vi ponete?
Sì, ci saremo sicuramente. Sono certo che sulla linea dello start troveremo sempre più barche e sempre più performanti. In questo caso l’esperienza insegna che l’unico vero obbiettivo realistico è cercare di fare bene, soprattutto con un equipaggio che ormai è legato da amicizia e comune passione. Se poi indoviniamo le scelte tattiche e la fortuna ci è amica sarà bello sperare in un buon piazzamento.

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